
Un ricercatore alla Scuola Universitaria Superiore Iuss di Pavia ha creato un sistema in grado di aumentare la vita utile delle batterie, che dureranno almeno per 20 anni
Un accumulatore ibrido formato da una batteria chimica e da un set di “supercapacitori”, condensatori in grado di immagazzinare cariche per migliaia di farad – fino a 5mila – sostenendo così un numero elevatissimo, quasi infinito, di cicli di ricarica.
Combinando i due sistemi di accumulo attraverso il nuovo brevetto, ne deriva un terzo ibrido la cui particolarità è quella di aumentare di gran lunga la vita utile delle batterie chimiche più comuni, tra cui Litio, Piombo, Nichel.
Questo l’elisir di lunga vita per le batterie ideato da Gianni Lisini, ricercatore dello Iuss di Pavia, che ha realizzato un prototipo brevettato con una vita tra i 15 e i 20 anni, longevità che con qualche accorgimento potrà essere ulteriormente aumentata.
Con la batteria “eterna” vi sarà una notevole riduzione dei costi sostituzione periodica delle normali batterie, e si produrrà un minore quantità di rifiuti. Anche gli interventi di manutenzione diminuiranno, e vi sarà la possibilità di realizzare apparati autoalimentati con una vita utile della batteria notevolmente più lunga.
Inoltre sarebbe possibile sostituire gran parte delle batterie al Cadmio industriali che tuttora presentano notevoli problematiche di smaltimento e di costo.
“Per ora – ha spiegato Gianni Lisini – l’applicazione di questo sistema è immaginabile soprattutto su scala industriale ma sarebbe possibile anche, ad esempio, per l’alimentazione delle batterie delle biciclette a pedalata assistita. Si tratta di un meccanismo pulito. Le componenti – ha chiarito
Lusini – sono a base di nanotubi di carbonio, senza metalli pesanti”.
Il costo iniziale di questa batteria sarà inevitabilmente più alto, ma verrà facilmente ammortizzato in quanto non vi sarà l’esigenza di sostituirla e smaltirla.
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