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Confartigianato – Grandi preoccupazioni e proposte concrete

Come si sta muovendo il settore elettrico in questa situazione di crisi?
Il Giornale dell’Installatore Elettrico sta realizzando di giorno in giorno una serie di interviste a tutti i protagonisti della filiera: produttori, distributori, associazioni di categoria e, naturalmente, installatori.
Per capire quali sono i problemi da affrontare, ma soprattutto, quali le azioni costruttive per riprendere rapidamente e con efficacia l’attività.

Dalle sedi territoriali di Confartigianato, sparse per il territorio italiano, la voce è oggi più univoca che mai: il rischio di “fermo” è più che concreto, anzi si sta prospettando un periodo di crisi più lunga di quanto potessimo aspettarci qualche settimana fa.

Il paradigma è semplice: una imponente crisi sanitaria che implicherà necessariamente e fin da subito una inevitabile crisi economica, che a sua volta sfocerà in uno stato di malumore generalizzato con conseguente periodo di stagnazione e quindi una difficile ripresa della fiducia del consumatore finale.

Questo quanto emerge dall’intervista realizzata a Adriano Stocco, Presidente Nazionale della categoria elettricisti di Confartigianato, che sottolinea come molti colleghi “hanno il telefono muto da una settimana abbondante e credo che rimarrà tale per lungo tempo”.

Sono queste le voci degli associati e le loro principali sensazioni e se da un lato è il fermo macchine del settore industriale a destare maggiore preoccupazione, non è esente da timori nemmeno l’ambito civile, considerando la pressoché totale paura del cittadino ad accogliere in casa un qualsiasi professionista, se non per reali e non rimandabili urgenze. Ma limitarci alla mancanza di lavoro significherebbe guardare solo una parte del problema, sono le scadenze di fine mese e i possibili mancati pagamenti per i lavori già eseguiti a incrementare lo stato di insicurezza del comparto.

Difficile dire quali possa essere la formula magica per far ripartire il Sistema Italia; Confartigianato si auspica, ovviamente nuovi e confortanti segnali di fiducia da parte del Governo nazionale e, parallelamente, iniziative di rilancio da parte dell’Europa che, mai come ora deve fornire soluzioni ai Paesi dell’Unione. Da un lato dunque, mettere a disposizione risorse, ma al contempo far sì che queste sia di facile accesso per aziende e imprese. Deve essere quindi promosso un consistente aumento della liquidità, con la possibilità di reperirla al costo più basso possibile, nel breve periodo.

Per fare questo, lo Stato deve diventare il garante di cittadini e professionisti, dando finalmente attuazione a quelle misure speciali in situazioni di emergenza: investimenti mirati a lungo termine nei lavori pubblici, nelle infrastrutture fisiche, tecnologiche ed elettroniche, tenendo fede alla celebre e tanto decantata Agenda Digitale, ad oggi ancora lontana dall’essere conclusa (e mai così essenziale in un periodo in cui ci si è resi conto che lo smart working non è più un miraggio, ma una reale possibilità).

Confartigianato, conoscendo bene le esigenze del territorio, si pone come polarizzatore delle voci dei professionisti, al fine di attivare soluzioni coraggiose, in ogni caso lontane dal paradigma tradizionale, così da consentire che il tessuto economico italiano possa ancora svilupparsi, senza dimenticarsi che le aziende artigiane sono di micro o piccole dimensioni, per cui saranno sottoposte a molteplici pressioni.

Un piano per il rilancio

Al di là delle iniziative emergenziali, fondamentali ma che non favoriscono la ripresa, questa situazione dovrebbe essere colta come opportunità per rivedere diverse strategie messe in atto negli ultimi anni dai diversi Governi.
Incentivi su tutti: oramai troppi e con indicazioni troppo legate a casistiche specifiche che spesso ne ostacolano la diffusione; al loro posto, sul piatto della bilancia, potrebbe invece esser introdotta un radicale rinnovamento nella gestione dell’IVA per qualsiasi tipologia di attività, consentendo al cittadino la possibilità di dichiarare queste spese nell’annuale dichiarazione dei redditi, scaricando le spese effettuate nell’anno. Regole fiscali semplici, di facile applicabilità, certe e non sindacabili o valutabili a seconda delle circostanze.

Siamo di fronte a una “Terza Guerra Mondiale” dal punto di vista economico quantomeno, di fatto dunque diventa necessario tradurre le soluzioni con un organizzato piano di investimenti gestito dall’Italia e dalla Comunità Europea, con le medesime modalità attuate nell’allora Piano Marshall.

Una proposta concreta

Adriano Stocco, Presidente Nazionale della categoria elettricisti di Confartigianato, in virtù anche della sua recente esperienza in qualità di Assessore ai lavori pubblici, edilizia privata e urbanistica della propria città, sottolinea come, in questo periodo quasi tutti i comuni d’Italia sono alle prese con bilanci preventivi, consultivi per la gestione delle opere pubbliche per il prossimo triennio.

La maggioranza di loro, quelli cioè sotto i 15.000 abitanti, ha in programma opere di piccole e medie dimensioni che non superano i 500mila €. Partendo da questo presupposto, lo Stato dovrebbe finanziare immediatamente tutte le opere di manutenzione ordinaria e straordinaria fino a 250mila €, autorizzando la trattativa privata e snellendo le procedure (norme già in vigore per importi inferiori) andando in deroga per un anno alle normali attività, così da far ripartire subito l’economia. Tutte queste opere poi, dovranno essere esenti da IVA o perlomeno con IVA ridotta.

Con le grandi opere non riparte l’economia, con gli artigiani, le piccole e medie aziende e con questi strumenti di semplificazione, invece il sistema potrà rilanciarsi da subito.

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