
L’investimento di risorse per lo sviluppo di progetti articolati, anche in collaborazione con studi di progettazione esterni alla realtà aziendale, così come la partecipazione a premi internazionali, sono temi che coinvolgono sempre più il settore dell’installazione. Il gioco vale la candela?
Un rivelatore ottico di fumo supera altri 176 progetti internazionali e si aggiudica il premio “Best of” Design Plus di Light + Building, la più importante fiera d’Europa sul tema della luce e delle tecnologie. A convincere la giuria, oltre alle prestazioni tecniche e di usability del progetto, è stata certamente anche la sua ricerca estetica: “Fire” (è questo il nome del rivelatore in questione) presenta led di segnalazione disegnati in perfetta continuità di superficie e finitura, per apparire solo quando necessari, e la nuance satinata del suo corpo è stata studiata intelligentemente per armonizzarsi con la superficie d’installazione.
Estetica e progettualità: quale ritorno?
Partiamo da questa importante vittoria con la nostra ricerca e ci domandiamo: alla progettualità e all’estetica applicate al campo dell’installazione e dell’elettrotecnica, è possibile oggi dare un valore effettivo? Investire risorse importanti è giustificato da un ritorno che non sia “solo” d’immagine (pur riconoscendo il peso di questo “solo”)? Sono plus spendibili anche a livello commerciale, o sono oggi ancora percepibili esclusivamente da giurie di esperti, con una chiara sensibilità al tema?
Ne parliamo con Bruno Pellegrini, direzione marketing global di Comelit, che ha sì vinto il premio “Best of” con Fire, ma che offre storicamente ai suoi utenti una proposta ben più articolata fatta di sistemi di videocitofonia, tvcc, safe, evac e domotica. “Come in qualsiasi settore merceologico, è indubbio sia più facile proporre oggi prodotti esteticamente belli e funzionali rispetto a prodotti non piacevoli alla vista e il nostro settore non fa eccezione in tal senso. Se così non fosse, non essendo noi di Comelit gente dal facile autocompiacimento, non investiremmo importanti risorse per il costante miglioramento in campo di design a tuttotondo, anzi siamo molto consapevoli che sono investimenti e come tale producono un ritorno, spesso infatti valgono la preferenza dei nostri clienti a discapito di altri”.
Investimenti che, cominciamo a definire, riguardano anche le collaborazioni esterne con studi di progettazione che siano in grado di contaminare positivamente il concept dell’azienda, dando un vestito d’appeal a impianti tecnologicamente avanzati e rendendoli facilmente comprensibili a chiunque, ampliando di fatto il bacino d’utenza del prodotto stesso. “Il punto di partenza, che poi si rivela essere anche il punto d’incontro tra l’azienda e chi interviene sul progetto dall’esterno, non deve essere il come risolvere un prodotto, quanto piuttosto il perché lo si realizzi” continua Pellegrini “Comelit ha da tempo superato le logiche tipiche delle organizzazioni orientate al prodotto, evolvendosi in un’organizzazione orientata al cliente. Come possiamo facilitare e migliorare l’esperienza d’uso per i nostri clienti? Come possiamo risolvere problemi noti che “affliggono” il lavoro quotidiano di chi ha a che fare con prodotti d’installazione? Queste sono le domande che ci guidano nello sviluppo di nuovi prodotti. Il design inteso come progetto vuole essere la risposta più efficace al miglioramento atteso dal mercato”.
Design: da vincolo a elemento che esalta la funzionalità dei prodotti
Mercato in forte crescita e con consumatori che, grazie all’avvento dell’internet delle cose, risultano sempre più affascinati dal mondo della domotica e dai prodotti che questo può offrire, con particolare attenzione non solo alle prestazioni e alla funzionalità, ma anche chiaramente all’impronta estetica. Il design nella sua accezione certamente incompleta di “ricerca armonica”, in questo senso, può sicuramente aiutare a creare un ponte diretto con il consumatore, conferendo un valore aggiunto al prodotto: “La metodologia di design thinking applicata al prodotto consente di superare brillantemente l’annoso problema del “è bello ma poco funzionale” o per convesso “è ricco di funzioni ma brutto e inutilizzabile”, trasformando il design estetico e delle interfacce, da vincolo a elemento capace di esaltare le funzionalità dei prodotti. Gli installatori con i quali ci confrontiamo molte volte ci sollecitano per portar loro soluzioni innovative a patto che esse non diventino la prima ragione di chiamata da parte dei loro clienti. La sfida si sposta dal progettare prodotti ricchi di funzionalità e basta, a rendere quest’ultime fruibili in maniera semplice e intuitiva per coloro che ne fanno un uso quotidiano”.
Diversi produttori sembrano essersi resi conto di queste nuove necessità e insieme stanno contribuendo, come conferma Pellegrini, ad accrescere la cultura del prodotto in quanto esteticamente gradevole ma al tempo stesso tecnico, e viceversa. I due aspetti, in fin dei conti, possono convivere facilmente e anzi, nel caso l’aspetto e la forma diventino ulteriori argomenti progettuali (lo abbiamo visto anche nella precedente inchiesta con la presa di Palazzoli), un buon disegno può addirittura essere in grado di semplificare il day by day dei professionisti che lo devono installare e programmare.
Premi e riconoscimenti testimoniano la cura e l’attenzione aziendale
Per Comelit tutto questo rappresenta la Stella Polare che li guida in fase di progettazione e non è un caso a questo punto che, negli anni, abbiano ottenuto diversi tra i più ambiti premi del mondo del disegno: dall’italiano riconoscimento ADI ai premi “Red Dot” e “IF Design Award”, fino all’americano “Good Design”. E quando chiediamo se tutti questi sforzi per ottenere le premiazioni abbiano portato a un effettivo beneficio, Pellegrini risponde che i premi vinti sono ancora oggi degli importanti strumenti di comunicazione, che aiutano a veicolare con forza e determinazione i messaggi legati al design e al valore intrinseco di un prodotto: “Li consideriamo distintivi nei confronti dei nostri competitors perché ci conferiscono una connotazione e una collocazione in un segmento molto preciso, e oltretutto testimoniano la cura e l’attenzione che l’azienda pone in tema di sviluppo e design, temi che cerchiamo di richiamare sempre e con ogni canale attraverso strategie di marketing e comunicazione worldwide”.
Tornando alle domande che hanno fatto da motore a questa nostra ricerca, ci chiediamo: “È il caso oggi, nel nostro settore, di dare un valore effettivo al design, di prestargli reale attenzione?”. Parrebbe di sì, quanto meno per rendersi riconoscibili su un mercato sempre più affollato e creare un ponte diretto con i consumatori, sempre più istruiti e attenti. Gli installatori stessi richiedono più attenzione alla fase progettuale, spingendo le aziende verso la ricerca di prodotti che semplifichino sempre più il loro lavoro in termini di installazione e manutenzione. Senza tenere conto degli infiniti vantaggi che ciò porta in termini di comunicazione (oggi sempre più multi-canale) e marketing. Perché “progettare” è ben diverso da “produrre”, e questo non può che portare al successo, Comelit ne è un esempio.
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