
Non solo produttori e distributori, i primi coinvolti in questa crisi dovuta al diffondersi del Coronavirus sono gli installatori: artigiani o imprese più strutturate che devono tuttavia fare i conti con l’emergenza e i nuovi obblighi imposti dal Governo. Abbiamo quindi deciso di dar loro voce attraverso i nostri mezzi
Professionista anonimo, 32 anni, di Carmagnola (TO), si occupa di Impianti elettrici civili e industriali ed è anche antennista.
Oggi sostenere che stiamo lavorando è un’esagerazione: il lavoro è diminuito del 95% e non c’è praticamente domanda, le uniche attività si limitano a quei pochi lavori già iniziati e che devono essere necessariamente conclusi.
Di fatto, lavorando a stretto contatto con i clienti, non posso permettermi il lusso di andare a casa loro se non per questioni prettamente urgenti, tutto questo da almeno lunedì scorso (9 marzo)
Oggi è difficile pensare alle conseguenze: non lavorando non avrò soldi per pagare tasse e spese fisse (assicurazione RCA, RCT, Inps, Inail, IVA, affitto, rate macchina), ho aperto a inizio 2019 e sto ancora ammortizzando i costi; spero, ma dubito, di esser tutelato dalle istituzioni. Dal canto mio l’unica cosa che posso fare è incassare tutti i soldi fino ad oggi non incassati e incrociare le dita.
Oggi è difficile pensare al futuro, se la crisi non andrà avanti più di qualche settimana, con qualche sacrificio si camperà. Fortunatamente non ho dipendenti e grossi debiti, ma sicuramente c’è chi sta peggio di me.
Ma queste previsioni non sono attendibili: siamo appena all’inizio di questa crisi e il popolo italiano deve ancora dare prova di riuscire a seguire le indicazioni di quarantena per il bene comune.
Mirko, 46 anni, Techno Project di Vicenza, operante in tutti i settore del comparto elettrico
Oggi come oggi siamo tutti a casa, i cantieri sono chiusi e rimaniamo attivi solo in caso di uscite per emergenze.
Passo il mio tempo nella sistemazione di magazzini, qualificandomi online attraverso corsi e webinar, facendo sostanzialmente tutto ciò che di solito non ho tempo di fare.
Le conseguenze non si vedranno nell’immediato, ma tra 60/90 giorni vedremo un bel “buco” di fatturato…
Sono ancora ottimista però, non penso ci saranno strascichi a lungo termine, anzi spero di ricominciare con il solito tran tran quanto prima, avendo già diverse commesse firmate e pronte per partire.
Ivan Dondossola, titolare di una ditta individuale la Dondossola Impianti, attiva prevalentemente su Milano e provincia nell’ambito degli impianti elettrici, antintrusione e video sorveglianza.
Fino ad oggi (giovedì 12 marzo) ho lavorato, ho dei cantieri che devono partire (capannoni), ma a causa degli uffici chiusi sono bloccato perché sprovvisto dei progetti che spettano ai vigili del fuoco o ad altri progettisti, che in questo momento non escono più sul campo.
Al momento non vedo prospettive rosee, spero finisca presto per poter ripartire altrimenti la vedo dura anche perché come professionisti non abbiamo nessun ammortizzatore sociale, se non fatturo non mangio ed essere esautorati al pagamento delle tasse non risolve molto: il sostentamento della mia famiglia dove lo mettiamo?
Attendiamo dunque buone nuove, con la speranza di far ripartire quanto prima i cantieri già acquisiti e non ancora avviati.
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