Attualità

L’energia, un volano per lo sviluppo economico

Il GSE ha pubblicato il Rapporto Attività del 2019, comunicando i risultati ottenuti con le attività attuate lo scorso anno. Dal rapporto, oltre a un quadro completo dello stato nell’arte del mondo dell’energia, emerge una sempre più chiara consapevolezza di quanto l’energia sia un settore strategico per lo sviluppo non solo economico, ma anche sociale.

Di Gaia Mussi

Il GSE ha presentato il Rapporto Attività del 2019 in un momento storico particolare e delicato, sottolineando l’importanza dell’impegno di tutti gli enti e i professionisti che, come il Gestore dei Servizi Energetici, lavorano in settori strategici ed essenziali come quello dell’energia. Il mercato ha da poco compiuto i 20 anni di liberalizzazione e nel tempo si è arrivati a considerare l’energia come una risorsa chiave per lo sviluppo economico, sociale e per la tutela ambientale. È in questo contesto che il GSE presenta la propria attività, coerente con l’approccio integrato dei 17 obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030.

Energia e fonti rinnovabili: a che punto siamo in Italia

Nel corso del 2019 i dati sulla produzione di energia rinnovabile confermano i risultati dell’anno precedente. Nonostante sia stato un periodo complesso per l’idroelettrico a causa dell’aleatorietà della fonte, sia il fotovoltaico, che l’eolico hanno raggiunto ottimi risultati. In termini di potenza, il primo è cresciuto di 750 MW, mentre il secondo ha visto una nuova potenza installata pari a più di 400 MW, di cui una buona parte era stata ammessa agli incentivi del DM 23 giungo 2016. Il GSE esprime anche la propria visione positiva della forte crescita del fotovoltaico, sul quale si punta molto per il raggiungimento degli obiettivi per il 2030, quando il 30% dell’energia dovrà essere prodotto da fonte rinnovabile.

Va anche detto che, al di là dei risultati del 2019, nel contesto nazionale le energie rinnovabili e il risparmio energetico sono una realtà consolidata da tempo, tanto che si può dire negli ultimi anni la totalità dei Comuni italiani è stata interessata da almeno un investimento riguardante il settore delle rinnovabili. Per dare alcuni numeri, in Italia si registra l’installazione di circa 8 milioni di apparecchi a biomassa, 19 milioni di pompe di calore, 880 mila impianti fotovoltaici, 5600 impianti eolici, 4300 impianti idroelettrici e, infine, 3000 impianti a bioenergie. Complessivamente, il GSE ha stimato che circa il 18% dei consumi energetici del 2019 sia stato soddisfatto da fonti rinnovabili. Il dato assume particolare rilievo se confrontato con l’obiettivo più imminente, ovvero il soddisfacimento del 17% dei consumi con energia rinnovabile, ma è incoraggiante anche rispetto all’obiettivo del 2030, che alza l’asticella al 30%.

Il contributo del GSE per il raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità

Nel corso del 2019, il GSE ha messo in campo diverse attività per la promozione della sostenibilità e della diffusione delle energie rinnovabili, approfondite nel rapporto da poco presentato. Per riassumere e semplificare i dati, ricorre poi ad una chiave di interpretazione comune per gli output delle principali attività svolte, esplicitando per ciascuna il valore economico degli incentivi e delle risorse messe in campo per la sostenibilità tramite i meccanismi gestiti dal GSE. È in questo modo che emerge il dato complessivo del valore economico creato dal Gestore dei Servizi Energetici per favorire la transizione energetica, che si attesta sui 14,8 miliardi di euro.

Energia Elettrica

Incentivazione energia elettrica rinnovabile

Scorporando questo risultato per settori, si nota che una grossa fetta è relativa a quello dell’energia elettrica. Il GSE ha gestito vari meccanismi, per un valore economico totale di 11,4 miliardi. Questa cifra risulta dalla differenza tra i costi sostenuti dal GSE per il ritiro e per l’incentivazione dell’energia (12,9 miliardi) e i ricavi derivanti dalla vendita dell’energia sul mercato. La novità principale dell’anno, ovvero il nuovo decreto per le rinnovabili, si affianca ai meccanismi già in essere, come gli ex certificati verdi, di cui hanno beneficiato 1.371 impianti, per un totale di 25,7 TWh di energia incentivata e di 2,6 miliardi erogati, o le tariffe omnicomprensive, che hanno permesso di erogare 2,3 miliardi, con l’accesso di 2.839 impianti per una potenza totale di 1.651 MW. Il DM FER, invece, ha favorito l’entrata in esercizio di diversi nuovi impianti per una potenza totale di circa 555 MW. Il numero totale degli impianti incentivati nel corso del 2019, grazie all’insieme dei vari meccanismi in essere, è di circa 880 mila, per un totale di 65 TWh di elettricità rinnovabile.

 

Evoluzione delle rinnovabili elettriche secondo il PNIEC

Efficienza Energetica

Parlando di efficienza energetica, invece, il GSE ha svolto un ruolo di supporto per gli interventi di efficientamento del patrimonio edilizio esistente e i principali meccanismi gestiti sono stati: i Certificati Bianchi, con 2,9 milioni di Titoli di Efficienza Energetica riconosciuti, la Cogenerazione ad Alto Rendimento (che registra un +5% delle richieste) e il Conto Termico, per il quale sono arrivate 115 mila nuove domande, relative sia al privato che al pubblico e corrispondenti alla richiesta di 433 milioni di Euro di incentivi. Il controvalore economico complessivo delle incentivazioni è stato di 1,3 miliardi di euro, per un risparmio energetico totale di 2,7 Mtep. Sul risultato finale hanno avuto peso anche piccoli interventi domestici, responsabili di un secondo importante vantaggio, che è l’aumento del numero degli interlocutori del GSE.

Trasporti

Evoluzione delle rinnovabili nei trasporti secondo il PNIEC

Anche nel settore dei trasporti si registra un andamento positivo, in quanto nel corso del 2019 è aumentata la quantità di biocarburante consumata registrata dal GSE, che supporta il Ministero dello Sviluppo Economico gestendo operativamente il sistema d’obbligo di immissione in consumo dei biocarburanti per i fornitori di benzina e gasolio. La crescita sul 2018 è di circa 1,9 milioni di Gcal. Sono stati emessi anche certificati di emissione in consumo in quantità superiore a quella dell’anno precedente, per un valore economico stimabile di circa 800 milioni di Euro.

Emissioni di CO2

Infine, l’ultimo ambito di intervento riguarda le emissioni di CO2 e l’ETS, ovvero il meccanismo europeo Emission Trading Scheme, attraverso il quale il GSE ormai da alcuni anni colloca sulla piattaforma d’asta comune europea le quote di emissione relative all’Italia. Nell’ultimo anno è entrato in vigore il meccanismo di riserva di stabilità, per cui sono diminuite le quote che era possibile allocare, che nel 2019 è stato di 52 milioni, realizzando comunque un buon un ricavo per il bilancio dello Stato pari a 1,3 miliardi di Euro.

Obiettivi PNEIC

 

A fronte degli investimenti fatti nei 4 ambiti presentati, i benefici sono stai molti. Oltre ad avvicinarsi sempre più al raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità per il 2030, nel corso del 2019 si sono evitati il consumo di 111 milioni di barili di petrolio e l’emissione di 43 Mton di gas serra. Senza contare che le attività e i meccanismi del GSE hanno contribuito all’attivazione di 2,6 miliardi di investimenti da parte delle imprese, con una conseguente creazione di nuovi posti di lavoro (circa 50.000).