Attualità

Norme intelligenti per la città del futuro

Soluzioni IoT, tecnologia per la connettività e big data saranno al centro degli smart building, che andranno a dar vita alle smart city, in un futuro non così lontano; ma vi sono normative a riguardo, e vengono attuate in maniera altrettanto intelligente?

Nei prossimi anni gli edifici, grazie alle tecnologie per la connettività – dai nuovi protocolli di comunicazione wireless al 5G – non saranno più mero “involucro abitativo”, bensì terminali di servizi e strumenti per valorizzare le persone.

Come mette in luce Agenda Digitale, però, il quadro normativo di riferimento risulta poco noto e quasi del tutto inattuato.

Vi sono state innanzitutto varie problematiche derivanti dall’applicazione delle previsioni del Codice delle comunicazioni elettroniche (Decreto legislativo 1 agosto 2003 n. 259), relativamente alle tempistiche e alle fasi dei procedimenti autorizzatori per l’installazione delle infrastrutture di comunicazione. Spesso infatti sono stati necessari anche interventi interpretativi ex lege, come nel caso dell’art. 93 del citato Codice, per debellare la prassi diffusa presso molte amministrazioni locali di applicare tasse, canoni, fideiussioni, indennità e corrispettivi di vario genere agli operatori che installano e forniscono reti di comunicazione elettronica, ingenerando un inutile contenzioso, anche di tipo civilistico, laddove l’istallazione riguardi le parti comuni degli edifici.

Inoltre, a distanza di 2 anni, del tutto disatteso appare l’obbligo introdotto con l’art. 135 bis del T.U dell’Edilizia, per cui dal 1° luglio 2015 le nuove abitazioni dovrebbero essere dotate di una infrastruttura fisica multiservizio passiva costituita da adeguati spazi istallativi e da impianti di comunicazione ad alta velocità.

Con la recente circolare n. 18/E dell’8 giugno 2017 l’Agenzia delle Entrate, in merito all’applicazione dell’art. 86, comma 3, del citato codice delle comunicazioni elettroniche, come modificato dal dlgs n. 33/2016, ha precisato, riprendendo quanto già fatto con la circolare 27/E del luglio 2016, che gli impianti di comunicazione elettronica non devono essere presi in considerazione nella determinazione catastale e, quindi, non devono essere tassati. Inoltre, essendo le infrastrutture e gli impianti di comunicazione assimilati ad ogni effetto alle opere di urbanizzazione primaria ai relativi lavori, a essi deve essere applicata l’Iva agevolata al 10%.

In tema di fiscalità con la circolare 4/E del 30 marzo 2017 l’Agenzia delle Entrate ha fornito chiarimenti sulle agevolazioni fiscali previste dal Piano Industria 4.0, individuando i beni oggetto del super ed iper ammortamento: un’opportunità e che genererà l’esigenza di un’ampia connettività interna ed esterna ai building anche sotto il profilo infrastrutturale, considerando che tale tecnologia porta imprescindibilmente con sé una densificazione della rete e uno uso massivo di small cells, che da qualche parte dovranno pur essere istallate.

Soluzioni IoT, tecnologia per le connettività in generale, big data saranno al centro anche delle smart city, oramai identificate come unico modello economicamente e socialmente sostenibile, che dovrà però rispettare un imperativo inderogabile: redevelopment, cioè evitare il consumo di suolo. Le politiche di smart city, forse troppo focalizzate sul settore della smart mobility, non devono trascurare gli edifici, che possono diventate una sorta di hub in grado di incidere fortemente sulla qualità della vita; perciò è necessario intervenire con norme adeguate e che vengano rispettate sin dalla fase della progettazione.

Guardando invece al comparto domestico emergono varie preoccupazioni legate alla sicurezza e alle violazioni della privacy, oltre a una scarsa e frammentata conoscenza da parte degli utenti finali; una recente indagine Doxa ha messo in luce come solo il 26% della popolazione italiana dispone di un oggetto intelligente in casa, e il 58% è intenzionato ad acquistarlo nei prossimi due anni. Su tale tendenza inciderà certamente l’ingresso dei big player in tale settore (si pensi ad esempio alle applicazioni di Google Home e Amazon Echo).

Anche in questo caso rimane essenziale il ruolo delle istituzioni, che da un lato devono favorire standardizzazione e interoperabilità garantendo la sicurezza e la protezione dei dati, dall’altro devono monitorare sulla corretta attuazione delle normative già esistenti.

In tale processo evolutivo  non si può tralasciare il contributo offerto dai nuovi protocolli di comunicazioni wireless (sia di tipo LPWA che OWC) e dalle onde millimetriche; anche in questo caso, però, vi è necessità di una regolamentazione appropriata.

Infine il regolatore dovrebbe rivolgere adeguata attenzione anche agli impianti di illuminazione pubblica: la luce infatti potrebbe diventare un protocollo di comunicazione wireless e un mezzo di trasporto di dati ad elevata velocità e sicuro.

 

Fonte: Agenda Digitale